Liutai di Madrid

  • Guitarras Ramírez. © Álvaro López del Cerro. Madrid Destino
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Bloggin Madrid

15 giugno 2021

Visitate i laboratori di alcuni dei maestri artigiani che realizzano chitarre fatte a mano a Madrid. La competenza di questi liutai è infinita. La loro maestria ci regala opere d'arte che dureranno nel tempo e nella memoria. Di Silvia Roba

Detalle de una de las guitarras de Felipe Conde (© Álvaro López del Cerro).

La prima domanda è scontata: cos'è un liutaio? Potremmo dire che, fondamentalmente, è la persona che costruisce o ripara strumenti musicali a corda. Tuttavia, questa definizione risulta piuttosto riduttiva quando si tratta di spiegare un lavoro che consiste nel creare emozioni.

La parola francese che definisce questo mestiere iniziò ad essere usata in Spagna nel XVIII secolo, sebbene già da trecento anni esistessero nella penisola iberica i lauderos e i citoleros, che avrebbero gradualmente lasciato il posto alla corporazione dei violeros. L’arte della violería iberica ha rivestito un ruolo cruciale nell'origine e nello sviluppo di molti strumenti musicali antichi, tra cui le chitarre. Oggi a Madrid possiamo trovare dei veri e propri maestri di un'arte che è pura magia. Modellare il legno in modo che qualcuno possa farlo suonare richiede moltissima pazienza e vocazione.

GUITARRAS RAMÍREZ

© Álvaro López del Cerro

Andrés Segovia, Francisco Tárrega, Narciso Yepes, Paco de Lucía e addirittura George Harrison, Eric Clapton e Mark Knopfler hanno “pizzicato” le corde di una di queste chitarre, fatte a mano a Madrid dal 1882. La ditta fu fondata da José Ramírez, che imparò il mestiere a 12 anni nella bottega di Francisco González, in Carrera de San Jerónimo. In seguito si mise in proprio a El Rastro e, successivamente, in Calle de Concepción Jerónima, nelle immediate vicinanze dell'attuale negozio, che funge anche da museo.

© Álvaro López del Cerro

La cosiddetta Escuela de Madrid de Constructores de Guitarra (Scuola di Madrid per fabbricanti di chitarre) compì i primi passi grazie a Don José, trisavolo di Cristina e José Enrique, i nipoti di Amalia Ramírez, una delle prime donne ad entrare nel mondo della costruzione delle chitarre. Oggi sono questi ultimi che si occupano della gestione del laboratorio che possiamo visitare al civico 10 di Calle General Margallo. Insieme a loro, ricordiamo la storia della famiglia, che si è sempre contraddistinta per l’innovazione. Fu il patriarca della dinastia a creare la chitarra da tablao, che cambiò per sempre il mondo del flamenco. Gli artisti di spicco si rivolgevano a lui per ottenere uno strumento con una maggiore proiezione acustica, che si potesse distinguere tra il cante e le palmas.

© Álvaro López del Cerro

Dobbiamo a José Ramírez III la scoperta del cedro rosso per la tavola armonica, uno dei legni ancora oggi utilizzati dai suoi discendenti, insieme al palissandro dell'India e del Madagascar, l'abete e il cipresso. Il fatto di essere centenari ha consentito loro di conservare materie prime che hanno fino a 60 anni… È un vero piacere ascoltare questi maestri. Per vedere le loro opere, non dovete far altro che venire qui oppure visitare, per esempio, il MoMA di New York dove una chitarra Ramírez è appesa su una delle sue pareti.

FELIPE CONDE

© Álvaro López del Cerro

Dalle mani dei maestri artigiani che gestiscono sapientemente questo laboratorio da più di cento anni, sono passate a quelle di Paco de Lucía, Pepe Habichuela, Bob Dylan… Così hanno viaggiato le chitarre di Felipe Conde, dal cui locale, a pochi passi dal Teatro Real, sono state modellate migliaia di storie insieme al legno. Cedro, palissandro, cipresso spagnolo, ebano… Ogni materiale, ogni parola e ogni nota sono evocativi in questa fabbrica di chitarre che riceve ordini da tutto il mondo.

© Álvaro López del Cerro

I pezzi realizzati con cura da Felipe Conde e dai suoi figli, María e Felipe, sono dei veri e propri “ambasciatori”, ovunque vadano, della nostra cultura. Domingo Esteso, uno dei maggiori esponenti della storia della chitarra spagnola, fu il fondatore di questa azienda, le cui origini risalgono al 1882. Iniziò a lavorare come apprendista nella bottega di Manuel Ramírez e, in seguito, si mise in proprio con sua moglie, Nicolasa Salamanca, che si occupava della verniciatura degli strumenti.

© Álvaro López del Cerro

Nel 1926 venne a lavorare nel laboratorio suo nipote e zio dell'attuale proprietario, Faustino Conde, e nel 1929 fu il turno del padre, Mariano. Felipe fece lo stesso all'età di 14 anni… Da allora continua a lavorare con la stessa filosofia: “il rispetto della tradizione e il contatto con il pubblico e con il professionista, che mi danno gli spunti per migliorare e perfezionare il suono delle mie chitarre”.

YUNAH PARK

© Álvaro López del Cerro

Si chiama Yunah ed è l'unica donna coreana al mondo che si occupa della costruzione di chitarre classiche spagnole. Lavora nel suo laboratorio nel quartiere di Malasaña, lo stesso in cui ha imparato tutto dal liutaio Ángel Benito. È nata 38 anni fa a Seoul, si è laureata all'Università di Corea ed è venuta in Spagna per completare i suoi studi. Voleva diventare un'insegnante di chitarra, ma pensò a quanto sarebbe stato bello tornare nel suo paese e dare un concerto con uno strumento che aveva creato lei stessa.

© Álvaro López del Cerro

Non trovando una scuola, venne a Madrid per chiedere ai professionisti come costruire una chitarra. E così inizia la sua storia… Ci ha messo un anno per la sua prima realizzazione, dopo aver trascorso un anno intero a osservare il suo maestro. Oggi ci sono numerosi curiosi che guardano come lavora attraverso le finestre del suo laboratorio. “I miei strumenti sono sempre realizzati con i legni migliori, selezionati con particolare attenzione alle loro qualità estetiche, all'elasticità e alle prestazioni sonore”, dice, spiegando l'emozione che prova quando tocca e annusa il legno grezzo per la prima volta. Farne degli oggetti sonori è tutto per lei. Se c'è una cosa che distingue le sue chitarre, è la loro sonorità, decisamente spagnola e tradizionale. Nelle sue mani mantiene in vita un mestiere che è puro amore. 

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